La logistica è nel bel mezzo di una trasformazione profonda: l’automazione e l’intelligenza artificiale stanno riscrivendo processi, ruoli e competenze in modo sempre più rapido. In questo scenario, colmare il gap tra presente e futuro non è solo una sfida tecnica, ma un’urgenza strategica.
Le aziende del settore sono chiamate ad agire con visione, investendo non solo in tecnologie ma anche nelle persone che dovranno governarle. Perché senza competenze, nessuna innovazione è davvero sostenibile.
Logistica 4.0: l’AI ridefinisce ruoli e competenze
L’integrazione di tecnologie avanzate nella supply chain, come AI, sistemi predittivi, veicoli autonomi, droni e gestione dei big data, sta portando la logistica a un nuovo livello di efficienza. Ma a fronte di macchine più intelligenti, emerge un problema concreto: la carenza di competenze adeguate per gestire e valorizzare questi strumenti.
Secondo McKinsey & Company , il 50% delle aziende logistiche ha già implementato soluzioni automatizzate nei propri magazzini, segnando una netta accelerazione verso la Logistica 4.0.
Ma a fronte di macchine più intelligenti, emerge un problema concreto: la carenza di competenze. Secondo il Digital Economy and Society Index (DESI) 2023, il 54% delle imprese europee segnala difficoltà nel reperire profili con skill digitali adeguate.
Per questo motivo, molte realtà stanno rivedendo il proprio approccio al capitale umano, puntando su reskillinge upskillingcome leve fondamentali per affrontare il cambiamento.
Le competenze richieste nel futuro della logistica
Nel mondo della logistica, dove ogni secondo conta, l’obsolescenza delle competenze può avere costi altissimi: una skill tecnica oggi resta attuale per meno di cinque anni. Solo le aziende che agiscono con lungimiranza riusciranno a gestire il cambiamento senza subirlo.
Adottare nuove tecnologie senza preparare le persone significa rischiare di perdere controllo, efficienza e competitività: il vero vantaggio competitivo non sta nelle macchine, ma nella capacità di evolvere insieme a esse.
Le competenze più richieste riguardano l’ambito tecnico/digitale e l’ambito di comportamento e mentalità dall’altro. Vediamole insieme.
COMPETENZE TECNICHE E DIGITALI
La trasformazione tecnologica richiede nuove professionalità, anche nei reparti operativi. Non si tratta più solo di condurre mezzi o movimentare merci, ma di interagire con sistemi automatizzati, leggere dati, programmare interventi predittivi.
Tra le competenze chiave:
- Conoscenza base dei principi di automazione industriale;
- Utilizzo di software per la gestione di magazzini intelligenti;
- Comprensione dei flussi generati da sistemi IoT e AI;
- Capacità di diagnosticare anomalie tramite dashboard e sensori.
SOFT SKILL E MENTALITÀ ADATTIVA
Accanto al sapere tecnico, servono qualità propriamente umane e soggettive: problem solving, apprendimento continuo, gestione del cambiamento. Sono queste le soft skill che rendono un lavoratore flessibile, pronto a evolversi insieme all’organizzazione.
Sempre più richiesti sono anche i profili orientati alla sostenibilità, in grado di ottimizzare rotte, ridurre le emissioni e contribuire alla logistica verde.
Uomo e macchina: verso un nuovo equilibrio, anche nella logistica
Nel prossimo futuro, non assisteremo a una completa sostituzione dell’uomo da parte delle macchine. Al contrario, ci si muove verso un nuovo equilibrio.
Secondo il Future of Jobs Report 2023 del World Economic Forum , entro il 2030 si assisterà a una ripartizione del lavoro così suddivisa:
- 34% attività umane,
- 33% svolte da macchine,
- 33% in sinergia uomo-tecnologia.
Questo significa che la figura umana non sparirà, ma cambierà funzione: supervisione, controllo qualità, interpretazione dei dati saranno le attività centrali.
In questo scenario, le aziende devono quindi formare figure ibride, capaci di operare all’interfaccia tra processi meccanici e intelligenza artificiale.
Le strategie aziendali per il reskilling
Investire in formazione è oggi una delle azioni più redditizie per le aziende che vogliono restare competitive. Ma non basta “fare corsi”: serve una strategia strutturata, coerente con la visione d’impresa.
Uno studio congiunto di Boston Consulting Group e Harvard mostra che le aziende che puntano su formazione mirata registrano un aumento medio del 12% della produttività e un miglioramento della retention dei talenti.
Ecco 5 leve chiave per un reskilling efficace nel settore logistico:
- Mappare le competenze
Analizzare lo stato attuale e individuare le skill da acquisire nei prossimi 5–10 anni. - Integrare il reskilling nella strategia aziendale
La formazione non deve restare confinata all’area HR, ma diventare parte del piano industriale.
- Utilizzare la tecnologia per personalizzare l’apprendimento
Le piattaforme di e-learning basate su AI possono costruire percorsi formativi su misura. - Favorire una cultura dell’apprendimento continuo
Prevedere ore di aggiornamento retribuite, premiare l’iniziativa e stimolare la crescita interna. - Creare alleanze strategiche
Collaborare con enti formativi, istituzioni e università per accelerare la transizione delle competenze.
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