Cosa cambia nel 2022 per quanto riguarda gli incentivi fiscali destinati all’Industria 4.0? A partire dal 1° gennaio scorso, sono in vigore le nuove aliquote del credito d’imposta relative agli investimenti già precedentemente previsti dal Piano Transizione 4.0, ora riconfermati dalla Legge di Bilancio 2022 e addirittura prorogati fino al 2025 in termini di periodo di validità.

Nello specifico, per quanto riguarda i beni strumentali tradizionali, sia materiali che immateriali, il credito d’imposta passa dal 10% previsto nel 2021 all’attuale 6%, con un limite massimo di spesa pari a 2 milioni di euro per i beni materiali e a 1 milione di euro per quelli immateriali.  La fruibilità sarà, in questo caso, immediata.

Si prevede invece uno stop all’incentivo a partire dal 2023.

L’acquisto di beni materiali 4.0 e il credito d’imposta per il 2022

Per quanto riguarda l’acquisto di beni materiali 4.0, ossia dei beni che rientrano nelle categorie indicate nell’allegato A contenuto nella Legge 232/2016, per tutto il 2022 le aziende potranno usufruire dei seguenti scaglioni di credito d’imposta:

  • Investimenti fino a 2,5 milioni di euro: 40%
  • Investimenti oltre i 2,5 milioni di euro ma fino ai 10 milioni di euro: 20%
  • Investimenti oltre i 10 milioni di euro e fino ai 20 milioni di euro: 10%

Per quanto riguarda i prossimi anni e, più nello specifico, il 2023, 2024 e 2025, le aliquote subiranno un’ulteriore flessione, rispettivamente al 20%, 10% e 5%: l’anno in corso risulta quindi in assoluto il più vantaggioso per questo tipo di investimenti.

Vale la pena ricordare che i beni materiali 4.0 agevolabili si raggruppano essenzialmente in tre diverse categorie: i beni strumentali il cui funzionamento è gestito da sistemi computerizzati o da opportuni sensori e azionamenti; i sistemi per l’assicurazione di Qualità e Sostenibilità; i dispositivi per l’interazione uomo-macchina e per il miglioramento di ergonomia e sicurezza del posto di lavoro in logica 4.0.

Non rientrano invece nelle agevolazioni fiscali, oltre ai veicoli e ai mezzi di trasporto di cui all’articolo 164, comma 1, TUIR, i beni materiali strumentali con coefficiente di ammortamento inferiore al 6,5%, i fabbricati e le costruzioni.

Il credito d’imposta 2022 per l’acquisto di beni immateriali 4.0

Per quanto riguarda invece l’acquisto di beni immateriali 4.0, ossia genericamente software e, più specificamente, tutti i beni contenuti nell’Allegato B della Legge 232/2016, è per l’intero 2022 confermato il credito d’imposta pari al 20% delle spese sostenute. Il tetto massimo di spesa annuale non dovrà superare complessivamente il milione di euro.

L’aliquota del 20% rimarrà invariata anche per tutto il 2023, ma subirà una flessione negli anni successivi, scendendo rispettivamente al 15% e al 10% nel 2024 e 2025. Inoltre, il bene immateriale non dovrà necessariamente riguardare i medesimi beni materiali che sono stati oggetto di iper-ammortamento.

Infine, è bene tenere presente che l’agevolazione fiscale si riferisce a software stand-alone e non, invece, a quelli necessari al funzionamento della macchina, che sono invece considerati come una componente della macchina stessa e rientreranno quindi nella categoria dei beni materiali.

Bonus beni strumentali per l’Industria 4.0: qual è il periodo di validità delle aliquote?

Per quanto riguarda infine il periodo di validità relativo ai bonus fiscali previsti per gli investimenti in beni per l’Industria 4,0, le aziende dovranno tenere presente che gli investimenti devono fare riferimento al periodo compreso tra il 1° gennaio 2022 e il 31 dicembre 2022.

Inoltre, l’ordine dei beni dovrà figurare come accettato da parte del venditore e saldato almeno con acconti pari al 20% del costo di acquisizione.

Sia per i beni immateriali che per quelli immateriali 4.0 la fruibilità e definita in tre quote annuali di pari importo, a differenza del 2021 che prevedeva invece cinque quote. Per poterne usufruire sarà necessario presentare una perizia asseverata redatta da un ingegnere abilitato: il documento serve infatti ad attestare il rispetto dei requisiti previsti dalla normativa. Soltanto per importi inferiori ai 300.000 euro sarà possibile produrre una dichiarazione sostitutiva di atto notorio da parte del legale rappresentante, in luogo della perizia stessa.

Il requisito chiave per poter usufruire dell’agevolazione è e rimane l’interconnessione dei beni.

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